INSIDE OUT 2. (2024)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Kelsey Mann
Storia di: Kelsey Mann, Meg LeFauve
Sceneggiatura di: Meg LeFauve, Dave Holstein
Produttori: Mark Nielsen
Produzione: Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios
Animazioni: Pixar Animation Studios
Edizione Italiana: Walt Disney Motion Pictures Italia
USCITA ITALIANA: 19 GIUGNO 2024
Gli artisti della Pixar tornano all'interno della testa della giovane Riley nove anni dopo il primo e pluripremiato capitolo nato dalla fantasia di Pete Docter. Dopo la fase dedicata all'infanzia e ai rapporti familiari, la protagonista cresce e si confronta con altri coetanei, scoprendo anche nuove emozioni.
Dopo il trauma per il trasferimento nella caotica San Francisco, adesso Riley comincia un nuovo capitolo della sua vita tra scuola e nuove amicizie con le sue emozioni, gioia, paura, rabbia, disgusto e tristezza, che insieme sono ormai una macchina ben oliata per gestire al meglio tutto quanto accade nella vita della ragazza. Ma alle porte dell'adolescenza e davanti a nuove ed importanti scelte, nella mente di Riley arrivano nuove emozioni, tra cui ansia, invidia, imbarazzo e noia. Un cambiamento che allontana le vecchie emozioni e sconvolge i rapporti interpersonali della ragazza mentre cerca di mostrare le sue abilità ad un campus di Hockey, a pochi giorni dall'inizio di un nuovo anno in una nuova scuola.
Studiando per bene il primo capitolo, la sua struttura e i tempi narrativi, l'autrice e regista Kelsey Mann, al suo debutto con un lungometraggio, porta sullo schermo una nuova ed importante fase della vita di una ragazzina: l'adolescenza. Un argomento arduo e molto variegato da affrontare di cui viene mostrato solo una piccola parte, la fase di passaggio dall'infanzia e i primi cambiamenti e scelte che si parano davanti alla giovane protagonista. La stesura, oltre i personaggi e le emozioni già conosciute, ne presenterà di nuovi cambiando la controparte con cui interagire, dai genitori del primo film alle amiche per la pelle, le prime interazioni sociali esterne alla propria famiglia. Un nuovo e sconosciuto mondo in cui muovere i primi passi che la regista tratta con estrema sensibilità.
La storia mostra un breve lasso temporale, appena qualche giorno, quanto basta ad affrontare i grandi cambiamenti tra le sue emozioni, descrivendo per bene la differenza in cui le prime gestivano la vita della ragazza e l'idea che le nuove emozioni hanno di gestirla in futuro. Due visioni lontane che finiranno per scontrarsi, mentre la soluzione, come sempre, è al di là di queste. L'acquisizione di nuove consapevolezze infatti riguarderà tutti i personaggi coinvolti, interni ed esterni al corpo umano. Ad ampliare gli argomenti ci sarà anche la scoperta di nuovi luoghi all'interno della mente, come quello che si occupa del "Senso di Sé" o nuovi ambienti nati dalle nuove passioni. Divertente la presenza di un ulteriore nuova emozione della fase adulta che viene puntualmente ricacciata indietro perchè non è ancora il suo turno di farsi viva.
Il lato visivo riporta lo stesso design dei personaggi già visto nella prima storia mentre piccole migliorie visive mostrano i passi avanti fatti dagli artisti degli studios, particolari evidenti solo ad occhi più esperti. La qualità globale è ottima sotto ogni aspetto e ormai ogni superficie è indistinguibile dalla realtà, così come la gestione di un alto numero di oggetti in movimento o la cura sempre più dettagliata della mimica del viso. La regista svolge il suo compito senza sbavature ne eccessi, senza sperimentazioni alcune e con un occhio di riguardo allo sport praticato dalla protagonista, in cui la camera (virtuale) illustra ogni azione meglio di come i professionisti del settore possono fare nella realtà.
Il risultato finale segue le linee guida del primo titolo, spingendo nello stesso modo sul pedale delle emozioni ma spostando l'attenzione su nuovi argomenti e con l'ingresso in campo di nuove emozioni. Scelte magari non originalissime ma che sono state ampliamente premiate ai botteghini di tutto il mondo con record di incassi e recensioni entusiastiche. Le idee della Pixar, le loro storie fuori dal comune e dai classici canoni di principesse localizzate quanto stereotipate (dunque lontane da quelle dei proprietari Disney) se ben sfruttate sono in grado di portare un ampio pubblico al cinema, unico ambiente che è in grado, tra l'altro, di ripagare il budget per ogni sua opera.
Il risultato è comunque di alto livello e, secondo le linee guida con cui è stato realizzato questo sequel, se ne potrebbero produrre altri inerenti altre fasi dello sviluppo dell'essere umano, con qualche problema nell'introduzione di ulteriori emozioni senza creare sovraffollamento nella "sala di controllo" e con la ripetitività che questo capitolo già mostra.
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(2024)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Kelsey Mann
Storia di:
Kelsey Mann, Meg LeFauve
Sceneggiatura di:
Meg LeFauve, Dave Holstein
Produttori:
Mark Nielsen
Produzione:
Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios
Animazioni:
Pixar Animation Studios
Edizione Italiana:
Walt Disney Motion Pictures Italia
USCITA ITALIANA: 19 GIUGNO 2024
Gli artisti della Pixar tornano all'interno della testa della giovane Riley nove anni dopo il primo e pluripremiato capitolo nato dalla fantasia di Pete Docter. Dopo la fase dedicata all'infanzia e ai rapporti familiari, la protagonista cresce e si confronta con altri coetanei, scoprendo anche nuove emozioni.
Dopo il trauma per il trasferimento nella caotica San Francisco, adesso Riley comincia un nuovo capitolo della sua vita tra scuola e nuove amicizie con le sue emozioni, gioia, paura, rabbia, disgusto e tristezza, che insieme sono ormai una macchina ben oliata per gestire al meglio tutto quanto accade nella vita della ragazza. Ma alle porte dell'adolescenza e davanti a nuove ed importanti scelte, nella mente di Riley arrivano nuove emozioni, tra cui ansia, invidia, imbarazzo e noia. Un cambiamento che allontana le vecchie emozioni e sconvolge i rapporti interpersonali della ragazza mentre cerca di mostrare le sue abilità ad un campus di Hockey, a pochi giorni dall'inizio di un nuovo anno in una nuova scuola.
Studiando per bene il primo capitolo, la sua struttura e i tempi narrativi, l'autrice e regista Kelsey Mann, al suo debutto con un lungometraggio, porta sullo schermo una nuova ed importante fase della vita di una ragazzina: l'adolescenza. Un argomento arduo e molto variegato da affrontare di cui viene mostrato solo una piccola parte, la fase di passaggio dall'infanzia e i primi cambiamenti e scelte che si parano davanti alla giovane protagonista. La stesura, oltre i personaggi e le emozioni già conosciute, ne presenterà di nuovi cambiando la controparte con cui interagire, dai genitori del primo film alle amiche per la pelle, le prime interazioni sociali esterne alla propria famiglia. Un nuovo e sconosciuto mondo in cui muovere i primi passi che la regista tratta con estrema sensibilità.
La storia mostra un breve lasso temporale, appena qualche giorno, quanto basta ad affrontare i grandi cambiamenti tra le sue emozioni, descrivendo per bene la differenza in cui le prime gestivano la vita della ragazza e l'idea che le nuove emozioni hanno di gestirla in futuro. Due visioni lontane che finiranno per scontrarsi, mentre la soluzione, come sempre, è al di là di queste. L'acquisizione di nuove consapevolezze infatti riguarderà tutti i personaggi coinvolti, interni ed esterni al corpo umano. Ad ampliare gli argomenti ci sarà anche la scoperta di nuovi luoghi all'interno della mente, come quello che si occupa del "Senso di Sé" o nuovi ambienti nati dalle nuove passioni. Divertente la presenza di un ulteriore nuova emozione della fase adulta che viene puntualmente ricacciata indietro perchè non è ancora il suo turno di farsi viva.
Il lato visivo riporta lo stesso design dei personaggi già visto nella prima storia mentre piccole migliorie visive mostrano i passi avanti fatti dagli artisti degli studios, particolari evidenti solo ad occhi più esperti. La qualità globale è ottima sotto ogni aspetto e ormai ogni superficie è indistinguibile dalla realtà, così come la gestione di un alto numero di oggetti in movimento o la cura sempre più dettagliata della mimica del viso. La regista svolge il suo compito senza sbavature ne eccessi, senza sperimentazioni alcune e con un occhio di riguardo allo sport praticato dalla protagonista, in cui la camera (virtuale) illustra ogni azione meglio di come i professionisti del settore possono fare nella realtà.
Il risultato finale segue le linee guida del primo titolo, spingendo nello stesso modo sul pedale delle emozioni ma spostando l'attenzione su nuovi argomenti e con l'ingresso in campo di nuove emozioni. Scelte magari non originalissime ma che sono state ampliamente premiate ai botteghini di tutto il mondo con record di incassi e recensioni entusiastiche. Le idee della Pixar, le loro storie fuori dal comune e dai classici canoni di principesse localizzate quanto stereotipate (dunque lontane da quelle dei proprietari Disney) se ben sfruttate sono in grado di portare un ampio pubblico al cinema, unico ambiente che è in grado, tra l'altro, di ripagare il budget per ogni sua opera.
Il risultato è comunque di alto livello e, secondo le linee guida con cui è stato realizzato questo sequel, se ne potrebbero produrre altri inerenti altre fasi dello sviluppo dell'essere umano, con qualche problema nell'introduzione di ulteriori emozioni senza creare sovraffollamento nella "sala di controllo" e con la ripetitività che questo capitolo già mostra.